Grandi “occhi” per scrutare l’Universo radio: SKA e EHT

05/11/2022 – centro Visite M. Ceccarelli, Medicina (BO)

In questo incontro, gli esperti racconteranno due grandi e affascinanti strumenti radioastronomici e la loro importanza per la ricerca presente e futura, mostrando spettacolari immagini e condividendo aneddoti “dietro le quinte”

Un evento INAF-IRA, con il patrocinio e il contributo del Comune di Medicina e la collaborazione dell’associazione I Portici di Medicina e della cooperativa Il Mosaico.

Le antenne SKA costituiranno il più grande radiotelescopio del mondo, composto da centinaia di migliaia di elementi a bassa frequenza nel deserto dell’Australia occidentale e da centinaia di parabole in Sudafrica. Il progetto SKA rappresenta una delle più grandi sfide tecnologiche e scientifiche della storia, che porterà ad un enorme balzo in avanti della tecnologia e della conoscenza. SKA, che vede coinvolte l’Italia e l’INAF in prima linea, mira a dare risposta ad alcune delle più importanti domande dell’astronomia e della scienza in generale. Grazie alla sensibilità delle migliaia di antenne radio, combinate tra loro, SKA fornirà informazioni uniche sulla formazione ed evoluzione delle prime stelle e galassie dopo il Big Bang, sul ruolo del magnetismo cosmico, sulla natura della gravità e, forse, anche sulla vita al di fuori del nostro pianeta.

EHT (Event Horizon Telescope) è lo straordinario strumento che ha permesso lo scorso maggio la pubblicazione della prima immagine del buco nero super massiccio al centro della nostra Galassia, e ancora prima – nel 2019 – quella di M87. EHT osserva alla lunghezza d’onda di un millimetro ed è costituito da una serie di telescopi sparsi in tutto il globo a simulare, tramite la tecnica Very Long Baseline Interferometry, un telescopio virtuale di dimensione terrestre. In questo modo si possono realizzare immagini con una risoluzione senza precedenti, aprendo lo studio a campi dell’astrofisica prima inaccessibili. La costruzione di EHT è però stata una sfida a 360 gradi. In questa serata ripercorreremo le principali tappe che hanno portato alle prime osservazioni con questo strumento, presentando anche i maggiori risultati scientifici finora ottenuti e le prospettive future.

 

I relatori:

Giuseppe Pupillo è da sempre appassionato di astronomia, è un astronomo e lavora presso i radiotelescopi di Medicina dell’INAF come tecnologo. Fa parte del gruppo osservativo e di valutazione delle prestazioni dei prototipi delle stazioni di SKA a bassa frequenza. Oltre a SKA, si occupa anche di osservazioni radar da terra di asteroidi potenzialmente pericolosi e di detriti spaziali.

Elisabetta Liuzzo è ricercatrice presso l’Istituto di Radioastronomia dell’INAF, a Bologna. Dal 2018 è membro dell’Event Horizon Telescope Consortium con attività principalmente nel gruppo di lavoro che si occupa della calibrazione dei dati e recentemente con ruolo nel Board di rappresentante degli istituti affiliati europei. Ha contribuito alla pubblicazione lo scorso maggio della prima immagine del buco nero della nostra Galassia, oltre che di M87 nell’aprile 2019. I suoi interessi scientifici riguardano lo studio dei getti relativistici di nuclei galattici attivi extragalattici tramite osservazioni interferometriche ad altissima risoluzione angolare, usando strumenti di nuova generazione.